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Dopo seicento anni dall’interruzione dell’acquedotto Traiano, il papa Paolo V , nel 1611, per disporre di una riserva d’acqua corrente per i giardini della sua residenza riporta in Borgo, nei palazzi vaticani e in Trastevere l’antica acqua proveniente da Bracciano che chiamò “acqua Paola”.
In realtà nelle zone a destra del Tevere l’approvvigionamento idrico era, in quel momento, assai scarso e quindi il Comune di Roma partecipò di buon grado ali lavori e alle spese relative.

Per celebrare le nuove condotte il pontefice dà mandato a Carlo Maderno, nel  1614, di rielaborare una fontana monumentale già esistente dal 1490 e situata in piazza San Pietro (a destra guardando la basilica). Eliminò alcuni gradini e sostituì il catino sommitale con un altro, più piccolo ma rovesciato e lavorato con piccole tegole a rilievo che creava un effetto di finissima pioggia.
I due catini poggiano su una base ottogonale le cui facce riportano lo stemma pontificio e due delfini avvinghiati e la base ottogonale è inserita in una vasca con bordi sagomati e forma ovaleggiante.