Ponte dell'Industria, ponti di roma, ostiense, gasometro

Il ponte dell’Industria, chiamato dai romani “Ponte di Ferro”, collega i quartieri Portuense e Ostiense ed è vicino ad un altro ponte, il San Paolo. Sul Ponte dell’Industria attualmente transitano pedoni e veicoli mentre il secondo è solo ferroviario.

In realtà il Ponte dell’Industria, che ora è per le automobili, all’inizio si chiamava san Paolo e fu realizzato nel 1863 come collegamento ferroviario tra Civitavecchia e la nuova stazione Termini, su commissione del papa Pio IX,  con arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni riempiti di calcestruzzo; si sollevava nella parte centrale per permettere il passaggio delle imbarcazioni. Il progetto fu dell’architetto Montgolfier Bodin lo stesso del ponte dei Fiorentini e della passerella sul Ponte Rotto.

Il vicino ponte ferroviario, che oggi si chiama san Paolo e su cui transitano le linee dirette verso Fiumicino, Viterbo e Civitavecchia, è stato costruito nel 1910 per far fronte al notevole aumento del traffico ferroviario che transitava sul precedente ponte che fu destinato al traffico dei veicoli. E’ lungo 101 metri, largo 12 con tre arcate in cemento ed è l’unico ponte costruito su progetto delle Ferrovie dello Stato.

Il raddoppio dei ponti fu motivato anche dal fatto che, dopo l’Unità d’Italia, si decise di trasformare la zona di Testaccio in un Polo industriale  (da qui il nome Ponte dell’Industria)  e infatti sorsero fabbriche come Mira Lanza, Molini Bondi, Alfa Romeo, Campari,  i Magazzini generali, il Mattatoio e officine per la produzione del gas.
La vocazione industriale di Roma si concluse però con la II guerra mondiale e la chiusura del Porto Fluviale portarono alla crisi delle strutture industriali.

E’ importante ricordare che durante la Seconda guerra Mondiale, il ponte fu teatro di un drammatico eccidio nel quale dieci donne furono fucilate dalle SS per aver protestato sulla diminuzione delle razioni del pane.
Nel 1997 fu posta una lapide in loro memoria.

 

fonte:
C’è un fiume che passa – Emanuela Sanna – edizioni Ponte Sisto, 2019