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Per combattere il caldo si deve bere e uno dei mezzi più usuali è portarsi con sè le bottigliette di acqua. Ma a Roma non c’è n’è bisogno perchè la città riserva una rarità mondiale: le fontanelle pubbliche!

Realizzate in ferro alla fine dell’Ottocento furono subito ribattezzate “Nasoni”  per la forma ricurva del rubinetto e sono sopravvissute fino ai giorno nostri nonostante che, a causa delle crisi di risorse idriche, più volte sono state in procinto si essere chiuse.
Esistono anche delle fontanelle, di travertino, terminanti con una testa di lupa ma sono piuttosto rare.
Un altro emblema delle fontanelle romane è il leone, immortalato nel 1579 in piazza San Salvatore in Lauro in una grotticella a scogliera che, come si legge nell’ epigrafe latina, versa la limpida acqua cui presiede la Vergine con riferimento all’acquedotto dell’Acqua Vergine.
La figura del leone ricorre anche in formato monumentale in altre fonti dissetanti:

  • nei due esemplari egizi di granito nero ai piedi della cordonata del Campidoglio (dal 1587);
  • nei quattro esemplari di marmo bianco posti intorno all’obelisco di piazza del popolo (dal 1823);
  • nei quattro esemplari della fontana del Mosè a piazza San Bernardo.

Ci sono poi le fontanelle rionali che sono state costruite tra il 1926 e il 1929 e avevano lo scopo di dare un’immagine ai singoli rioni ma l’operazione di arredo urbanistico non venne completata. Sono state realizzate dall’architetto Pietro Lombardi e sono nove:

  1. la fontanella delle anfore a piazza Testaccio;
  2. la fontanella delle arti a via Margutta;
  3. la fontanella dei libri; in via degli Staderari;
  4. la fontanella dei Monti in via San Vito;
  5. la fontanella delle palle di cannone al largo di Porta Castello;
  6. la Fontana delle Tiare al largo del colonnato in Borgo;
  7. la fontanella della Pigna a piazza San Marco;
  8. la fontanella del Timone a Ripa grande;
  9. la fontanella delle Cascatelle in piazza del Verano.

Esistono poi gli abbeveratoi per gli animali ma utilizzati anche dalle persone:

• il Mascherone in via Giulia;
• il Babbuino (altra statua parlante);
• l’abbeveratoio in via Flaminia del 1552 ma ristrutturato da Papa Lambertini;
• l’abbeveratoio di lungotevere Aventino, vicino la Bocca della Verità.

 

fonte:  Claudio Rendina – Alla scoperta di Roma  – ed. Newton