​L’attuale confine murario della Città del Vaticano venne realizzato con interventi tra il Cinquecento e il Seicento per rafforzare la difesa del Vaticano priva ormai della precedente cinta leonina e di altre fortificazioni aggiunte da Nicolò V a metà del ‘400. Della primitiva cinta esiste ancora un lungo tratto dei giardini Vaticani.

Contribuirono, allo sviluppo delle attuali mura, Paolo III (1534) che fece costruire da Michelangelo il bastione sotto il Palazzetto del Belvedere, Pio IV che ampliò il recinto dei borghi e Urbano VIII.

L’immagine rappresenta il primo tratto di Viale Bastioni di Michelangelo da via di Porta Angelica (sul cui angolo campeggia lo stemma di Pio XI 1922-39) in cui si vedono, murati, i resti dell’antica Porta Angelica e, precisamente, di una coppia di angeli, lo stemma di Pio IV che sormontava il fornice e un’iscrizione in latino che recita: “ANGELIS SUIS DEUS MANDAVIT DE TE UT CUSTODIANT TE IN  OMNIBUS VIIS TUIS”  (EGLI ORDINÒ AI SUOI ANGELI DI CUSTODIRTI IN TUTTE LE TUE VIE).

Lungo le mura si incontrano alcune porte di cui due sempre chiuse:

Porta Pertusa, più volte danneggiata e poi riutilizzata;

Porta Fabbrica, così detta perché aperta durante i lavoro del nuovo San Pietro;

Porta Santa Rosa, (a destra nella foto) aperta nel 2006 da Papa Benedetto XVI; è di color rame con lo stemma del pontefice e si trova accanto alla scomparsa porta Angelica (vedi sopra).

Porta Sant’Anna, l’accesso allo Stato del Vaticano per chi non è suo cittadino e/o residente.